Come si realizza una lampada riciclando un servizio da tè che non si usa più o pezzi scompagnanti a cui si è legati?

Partiamo con l’elenco degli strumenti necessari:

  • Trapano con punte per metallo e ceramica: una di ugual diametro dell’asta filettata e l’altra di ugual diametro del cavo elettrico;
  • Dremel con punta diamantata, per incidere la base, qualora si volesse far passare il cavo da sotto la lampada;
  • Smerigliatrice per tagliare a misura la barra filettata (oppure un seghetto per metalli);
  • Saldatore per gli eventuali collegamenti elettrici;
  • Pistola termica per l’isolamento con guaina termorestringente (oppure un semplice accendino);
  • Chiave tubolare (fondamentale!);
  • Rondelle di tre tipi: di gomma, lisce e anti-svitamento;
  • Dadi con passo specifico per l’asta filettata (chiamati dadi per lampadari);
  • Colla bicomponente;
  • Pinza;
  • Cacciavite piccolo.
  • (Altri che ti potrebbero servire):

  • Taglierina;
  • forbici;
  • nastro isolante;
  • metro e squadretta.
  • (E quelli per il lavoro in sicurezza):

  • Mascherina (sih, anche qui ;-))
  • Occhiali;
  • Guanti protettivi.

Schema grafico dell’impianto (a sinistra) ed elenco delle parti occorrenti:

      • vasellame (tazze, tazzine, teiera, zuccheriera, piattini e ciotole),
      • un’asta cava filettata,
      • un kit elettrico a norma CE (portalampada, filo, interruttore e presa),
      • un cappello (realizzato su misura o acquistato nei negozi del fai-da-te, tipo Leroy Merlin e Brico).

L’asta cava filettata in metallo, fungerà sia da pilastro portante che da passacavo.

Andrà tagliata a misura e, nel caso si scelga di far uscire il cavo di lato (anziché dalla base della lampada come nell’immagine) dovrà essere anch’essa forata.

 

Fase 1) Ricerca dei pezzi da assemblare.

Anche se avete un servizio scompagnato e qualche pezzo singolo, difficilmente troverete subito una composizione che vi soddisfi. Perché non basta mettere una cosa sopra l’altra per ottenere una composizione piacevole.

Passo diverse ore a fare prove e a cercare elementi mancanti (per forma, colore e dimensioni) alle mie “torri”. Ma questo fa parte del divertimento e del “viaggio creativo”.

Affido al caso solo la ricerca dei pezzi, scandagliando i banchi zeppi dei mercatini dell’usato, senza farmi prendere la mano ad acquistare tutto ciò che mi piace (o che mi potrebbe servire “in futuro”) perché, se è vero che si fanno acquisti convenienti, è anche vero che ci vuole un attimo a spendere cifre importanti e a ritrovarsi casa piena di roba che difficilmente riutilizzerò. Della serie: m’innamoro di una tazzina e sono costretta a comprare tutto il servito!

Inizia da un elemento ed abbina tutti gli altri. Io parto quasi sempre dalla teiera. La cerco bassa perché ho fissato l’altezza delle lampade a circa mezzo metro (comprensive del cappello) e ciò mi permette di fare più sovrapposizioni (che sono la particolarità e l’aspetto divertente della lampada).

Le tazze e le tazzine dovranno avere varie dimensioni per creare:
_un andamento compositivo piramidale (di sicuro risultato armonico) oppure
_uno sinuoso (largo-stretto-largo-stretto) od
_uno a colonna.

Riguardo ai colori e alle fantasie, io preferisco un “effetto chiaroscuro”: creare dei contrasti e delle sfumature. All’inizio mi facevo lo scrupolo che i pezzi avessero tutti lo stesso punto di bianco o la stessa scala cromatica. Ho scoperto, invece, che i contrasti e le differenze (sensibilmente dosate) creano un effetto più fresco.

Quando pensi alla composizione, tieni conto che il primo pezzo dovrà avere un incavo tale da ospitare tre rondelle, il dado e la curva del filo che fuoriesce  (servono almeno 3 cm). L’alternativa è forare la barra filettata e far uscire il cavo lateralmente (e quindi saranno sufficienti 1,5/2 cm). Seguono le foto di dettaglio dei due casi.

 

Il paralume è l’ultimo dettaglio non di poco conto. Uno o l’altro non danno lo stesso effetto perché ci sono proporzioni da rispettare. Per contenere il costo della lampada io lo acquisto nei negozi del “fai da te” (dove le misure, i colori e le forme sono standard e limitate), ma sarebbe opportuno farlo su misura.

Fase 2. Taglio dell’asta filettata e foratura dei pezzi.

È il momento più delicato e noioso. Nel mio piccolo laboratorio, dopo aver individuato il centro da bucare (con una dima di fortuna realizzata con due pezzi di compensato ed una vecchia squadretta), prendo la punta per ceramica e procedo coi fori. Procedo inoltre a tagliare a misura la barra filettata.

 “Safety first”, dicono quelli bravi! Attrezzati di mascherina, guanti ed occhiali. In questa fase si sviluppano polveri, schegge e scintille molto pericolose.

Immergi in un po’ d’acqua la zona da forare (per evitare che la punta si surriscaldi).

Fora procedendo a bassa velocità (tanto più bassa se la porcellana è pregiata, quindi finissima in spessore). 

Incidi un poco la base se il filo esce da sotto. In questo caso al Dremel servirà una punta diamantata: un’altra fase di pazienza e precisione per non spaccare tutto.

Fai il foro con la punta da ceramica più piccola, se sceglierai di far passare il cavo di lato.

 

Fase 3. Collegamenti elettrici.

Niente di più semplice.

Io preferisco utilizzare il kit presa/interruttore/cavo già assemblato che trovo al Brico, di conformità CE, ma per clienti esigenti ed ambienti particolari, posso optare per cavi colorati con guaine in seta, cotone o juta, nonché prese ed interruttori abbinati, da realizzare in toto.

All’interno della barra filettata, il cablaggio può essere diverso nel caso in cui non passi bene il cavo del “kit” o si renda necessario allungarlo.

Servirà, quindi, un piccolo saldatore e pezzetti di guaina termorestringente (per isolare il tutto).

Si passa infine il cavo dentro l’asta e si arriva alla fase conclusiva.

 

Fase 4. Assemblaggio delle parti.
Occorrono dadi, guarnizioni e rondelle a go-go e, se proprio necessaria, anche la colla (la bicomponente garantisce risultati migliori).

Preferisco che la lampada sia smontabile in ogni sua parte, quindi cerco di abbinare tazze, piatti e teiere che siano stabili assieme, senza ricorrere ad artifici e forzature.

Si stringe bene, ma non troppo, con una chiave tubolare e si conclude con il porta lampada e l’allaccio dei fili.

Vi ricordo che, nei portalampada di ultima generazione, c’è una levetta interna che va abbassata più volte con un cacciavite per poterli aprire.

Se il tutto non risulta perfettamente in asse, non disperate! Un po’ d’imperfezione è la caratteristica del lavoro fatto a mano e, in questo caso, ricorderà con simpatia una pila di stoviglie instabile che attende di essere riordinata.

Et voilà, les jeuxs sont fait! Le mie prime cinque lampade.

“La progettazione è infinita. Spesso i limiti (economici, di fattibilità, di scelta) non sono ostacoli alla nostra libertà, ma un aiuto per arrivare alla fine del processo creativo”.
(Marianna Leinardi)

La tua esperienza, le tue scelte: massimo rispetto.

La tua privacy prima di tutto. I dati che raccogliamo (cookie) ci permettono di capire come utilizzi il nostro sito, quali informazioni ti potrebbero interessare e cosa possiamo migliorare per rendere più coinvolgente la tua esperienza di navigazione.

Possiamo raccogliere e utilizzare i dati per offrirti un'esperienza personalizzata?

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookie. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie ci permettono di contare le visite e le sorgenti di traffico per poter migliorare le prestazioni del sito e non possono essere disabilitati. Per garantire la miglior tutela della privacy, il tuo IP viene tracciato in forma anonima.

  • _gat_gtag_UA-49127342-38
  • _ga
  • _gid

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi

Pin It on Pinterest